13 Dicembre 2024

Una Storia Nera di Leonardo D’Agostino – Recensione di un film italiano del 2024 che ci ricorda l’incredibile potenziale che abbiamo.

Grazie al cielo sto ritrovando il tempo e lo spazio per ritagliare alla quotidianità momenti da trascorrere al cinema per scoprire nuovi film.

Il film che recensirò oggi, in modo veloce e senza spoiler, è italiano e mi ha fatto sentire preda di un sentimento patriottico. Sono fiera per il contenuto della pellicola ma anche per il messaggio e tutto ciò che ci ruota intorno, dalle location alle riprese, dagli attori ai dialoghi.

Una Storia Nera è un film di Leonardo D’Agostino figlio del suo tempo: a ragione veduta e fortunatamente da un lato, questo è un periodo in Italia in cui le storie di violenza di genere rimbalzano con prepotenza dai titoli di giornale. Quello che forse sta davvero cambiando è il nostro modo di ascoltarle. Il film racconta le vicende di una donna, Carla, che finisce in tribunale con l’accusa dell’omicidio dell’ex marito che l’ha picchiata e violentata per 20 anni.

È un film che non romanza o edulcora niente, spietato con tutti i protagonisti, pesante per le tematiche che tratta ma con il ritmo veloce e la dovuta tensione per il genere Thriller. Riesci a riflettere ma anche a rimanere col fiato sospeso. I dilemmi morali sono inevitabili: la protagonista Carla ha reagito in modo comprensibile? O ha immagazzinato a sua volta le dinamiche di violenza? E quanto sono stati rovinati i figli dalla situazione famigliare disfunzionale? Chi sono i buoni e i cattivi?

Ci sono alcune frasi chiave “Lo sapevamo tutti che finiva male”, “Ero una morta che cammina mi diceva sempre” e “Pensavo di venire in tribunale a parlare della morte di mia madre” che ci riportano tutti bruscamente alla cronaca della violenza di genere. Per una volta c’è una vittima che si ribella e che rompe il ciclo di abusi, anche se paga con la sua anima.

È difficile dare risposte certe ai comportamenti dei personaggi ma è inevitabile quando un regista racconta una storia complessa e piena di sfumature.

Personalmente ho lodato tutto di questo film. La fotografia, che dà sempre corpo e anima ad una storia permettendoci di contestualizzarla meglio (tanto meglio se l’ambientazione è Roma). La recitazione seria, sentita, senza sbavature ma sporca quando dev’essere sporca. La lacrima finale sul volto di uno dei protagonisti (non faccio spoiler) già orgoglio del cinema italiano e del suo specifico modo di sentire.

Grazie a Leonardo D’Agostino, alla scrittrice dell’omonimo Antonella Lattanzi, alla casa di produzione 01 Distribution e a tutto il cast di attori.